Resistenza a farmaci: è crisi globale
Secondo il rapporto di una commissione di esperti scientifici delle Nazione Unite, il fenomeno della resistenza a farmaci di diverso tipo, fino a poco tempo fa in grado di controllare una serie di malattie, continua ad aumentare.
Infatti, le procedure mediche, gli interventi chirurgici e le patologie comuni sono diventate a rischio proprio per il ‘livello allarmante’ di resistenza registrato tra medicinali di uso comune. Quindi, non solo gli antibiotici, ma anche funghicidi, antivirali, antiparassitari e antimicrobici.
Il report esplicita una serie di raccomandazioni per i Paesi: dare la priorità a piani d’azione nazionali per potenziare gli sforzi di finanziamento e rafforzamento delle capacità; istituire sistemi regolatori più rigorosi e sostenere programmi di sensibilizzazione per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici da parte dei professionisti della salute umana, animale e vegetale; investire in ricerca ambiziosa e nello sviluppo di nuove tecnologie per combattere la resistenza antimicrobica; eliminare urgentemente l’uso di antimicrobici d’importanza cruciale come promotori della crescita in agricoltura.
“La resistenza antimicrobica è una delle maggiori minacce che affrontiamo come comunità globale – spiega Amina Mohammed, Deputy Secretary-General dell’Onu e co-presidente del gruppo Iacg -. Questo rapporto riflette la profondità e la portata della risposta necessaria per frenarne l’ascesa e proteggere un secolo di progressi nel campo della salute. Si sottolinea giustamente che non c’è tempo da perdere e sollecito tutte le parti ad agire e a lavorare per garantire un futuro sostenibile per tutti”.
Gli esperti hanno calcolato che i casi di resistenza portino a livello mondiale a 700.000 morti l’anno, di questi 230.000 sono attribuibili a tubercolosi.
Il rapporto osserva, infine, che entro il 2030 i morti per resistenza farmacologica potrebbero arrivare a 10 milioni.