Carenza di farmaci e mercato parallelo

L’indisponibilità di alcune categorie di medicinali in farmacia è un fenomeno che non si arresta. Attualmente, secondo gli ultimi dati di Aifa, sono 1.556 i farmaci carenti in Italia, di questi, 410 non hanno alternative equivalenti. Nella lista anche trentacinque vaccini, per esempio: gli anti-Haemophilus influenzae di tipo B diventati rari per problemi produttivi; l’Infanrix contro difterite-tetano-pertosse per cessata commercializzazione temporanea; l’Engerix contro l’epatite B per problemi produttivi; l’Imovax polio contro la poliomielite per problemi commerciali; l’Imovax tetano contro il tetano per problemi commerciali e il Varilrix contro la varicella per problemi produttivi. Sotto accusa è il mercato parallelo, considerato il principale responsabile della scarsità di medicinali in circolazione: cioè la possibilità legale per grossisti, grandi farmacie e a volte perfino ospedali di rivendere in altri Paesi dell’Unione europea, dove pagano di più i farmaci destinati a noi. Bisogna ricordare che il commercio parallelo di medicinali è consentito da leggi europee che si ispirano al principio della libera circolazione delle merci. Grossisti e farmacisti autorizzati comprano medicinali destinati al mercato italiano, che mediamente costano il 30% in meno rispetto al resto d’Europa, perché è il Servizio sanitario nazionale a negoziare il prezzo con l’industria farmaceutica. Poi rivendono i medicinali su mercati dove i prezzi di vendita sono superiori, come in Germania, nel Regno Unito o nei Paesi scandinavi e quindi guadagnano sulla differenza. Questo tipo di mercato riguarda soltanto i farmaci dispensati interamente o parzialmente dal servizio sanitario nazionale: sia quelli di fascia A, disponibili in farmacia su presentazione della ricetta del medico, sia quelli di fascia H il cui impiego, tranne casi particolari, è riservato a ospedali, ambulatori o strutture assimilabili. L’esportazione non riguarda ovviamente le medicine in libera vendita il cui prezzo, anche nei Paesi del Nord Europa, è determinato dal rapporto diretto tra produttore o grossista e venditori. La distribuzione parallela rappresenta meno del 3% del mercato farmaceutico in Europa. L’importazione parallela equivale a circa 4,5 miliardi di euro del totale mercato farmaceutico UE all’anno. Il numero di confezioni di farmaci di importazione parallela distribuiti in Europa è stimato intorno ai 140 milioni di confezioni all’anno.

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