Un anziano su due con più patologie croniche: in una farmacia comunale di Fabriano la telemedicina ridisegna la prevenzione

Nel progetto Ben-Essere Senior, un percorso che ha portato l’ascolto, la prevenzione e la tecnologia direttamente nei luoghi della vita quotidiana, 114 screening parlano di una popolazione fragile ma partecipe: il 66% degli anziani necessita di controlli specialistici.
Fabriano ha un indice di vecchiaia di 255,4, tra i più alti delle Marche, e dimostra come la combinazione di telemedicina, ricerca e rete territoriale possa trasformare la prevenzione nelle aree interne.

Nel quadro della ricerca “Esigenze, desideri, progettualità della popolazione over 65 dell’Ambito Territoriale Sociale 10“, promossa dal Comune di Fabriano, dall’Ambito Territoriale Sociale 10 e dall’Università di Urbino, in collaborazione con la Caritas Diocesana Fabriano-Matelica, Farmacom e la rete del Terzo Settore, è nato il progetto “Ben-Essere Senior“:

Da settembre a novembre 2025, un’équipe composta da medici, volontari e ricercatori ha attraversato 18 frazioni del territorio fabrianese, offrendo **screening sanitari e colloqui anamnestici a oltre 150 anziani**, per la maggior parte ultraottantenni.
Le attività di monitoraggio, condotte con il supporto tecnico di **Medea**, società specializzata in soluzioni di telemedicina e sanità digitale, hanno permesso di raccogliere 114 esami clinici e di restituire un quadro preciso della condizione sanitaria della popolazione più fragile del territorio.

Dai dati emersi presso la Farmacia Comunale 1 di Fabriano, dove si è svolta la fase di triage, risulta che la maggior parte degli anziani presenta più di una patologia cronica.
L’ipertensione interessa il 65% dei pazienti, seguita da ipercolesterolemia al 50%, malattie cardiovascolari e osteoporosi entrambe al 45%, diabete e sindrome metabolica al 20%, oltre a casi di insufficienza renale, iperglicemia e ischemia retinica.

Per il 66% dei pazienti sono stati suggeriti follow-up periodici o visite specialistiche, in particolare cardiologiche, metaboliche e di controllo pressorio, confermando la necessità di rafforzare la prevenzione e il monitoraggio costante anche nelle aree interne.
La farmacia si è rivelata non solo punto di accesso al servizio, ma vero e proprio presidio sanitario di prossimità, capace di intercettare bisogni complessi e orientare i pazienti verso percorsi di cura appropriati.

In un territorio ampio e articolato come quello fabrianese, composto da oltre 40 frazioni e tra i più estesi delle Marche, la telemedicina si è rivelata uno strumento chiave  per accorciare le distanze e rendere la prevenzione accessibile anche ai cittadini più isolati.
Grazie ai dispositivi portatili e alla piattaforma di refertazione remota, è stato possibile effettuare elettrocardiogrammi, analisi di base e controlli di pressione e saturazione con  referti digitali condivisi in tempo reale con i medici di famiglia.

La tecnologia, integrata con la presenza dei volontari dell’ascolto della Caritas e del personale socio-sanitario, ha dimostrato di poter essere un ponte umano oltre che digitale, capace di generare fiducia, vicinanza e consapevolezza.
Per le farmacie del territorio, questo modello apre prospettive concrete: non più solo dispensazione, ma punto di raccordo tra tecnologia, prevenzione e rete sanitaria locale.

“Il valore più grande di questo progetto – sottolinea Maurizio Serafini, assessore alla Comunità e alla Solidarietà – è aver dimostrato che la prevenzione può entrare nei luoghi della vita quotidiana.
L’invecchiamento non è solo una questione clinica, ma relazionale e culturale: significa crare contesti che ascoltano e includono.”

Nel territorio dell’ATS 10, che comprende Fabriano, Sassoferrato, Genga, Serra San Quirico e Cerreto d’Esi, gli over 65 rappresentano quasi il 28% dei residenti, con un’età media di 48,2 anni e un indice di vecchiaia di 255,4 , valori superiori alla media nazionale.
L’indice di dipendenza strutturale (62,5) e quello di dipendenza anziana (44,9) confermano un progressivo squilibrio generazionale e un forte rischio di isolamento sociale, aggravato dallo spopolamento delle frazioni e dalla difficoltà di accesso ai servizi di base.

Questi dati parlano direttamente alle farmacie: in territori come questo, la popolazione anziana non è una nicchia, ma il cuore dell’utenza e rappresenta insieme una sfida e un’opportunità per ripensare i servizi offerti.
La gestione delle cronicità, la prevenzione delle complicanze e il supporto all’aderenza terapeutica diventano priorità quotidiane, non più eccezioni.

“Fabriano è un territorio complesso ma solidale, che ha scelto di non lasciare indietro nessuno”, affermano le dottoresse volontarie della Caritas Diocesana Fabriano-Matelica.
“Conoscere davvero la condizione degli anziani ci permette di programmare interventi mirati e costruire una rete di servizi che unisce sanità, ascolto e comunità.”

L’esperienza di Fabriano parla a tutto il Paese e, in particolare, alla rete delle farmacie italiane. In un’Italia che conta sempre più anziani e dove la gestione delle patologie croniche rappresenta una delle sfide centrali per il sistema sanitario, il progetto Ben-Essere Senior dimostra che la sinergia tra ricerca, terzo settore e innovazione tecnologica può generare un modello replicabile di sanità di prossimità.

L’integrazione tra la rete sociale e strumenti come la telemedicina offre una prospettiva concreta di prevenzione diffusa, capace di ridurre gli accessi ospedalieri, migliorare il monitoraggio delle condizioni croniche e restituire alla persona un ruolo attivo nella cura di sé.
Le farmacie possono diventare i nodi di questa rete: non più semplici punti vendita, ma  presidi sanitari territoriali integrati, dove tecnologia e relazione si incontrano per costruire percorsi di cura personalizzati.

Fabriano diventa così il simbolo di un’Italia che, di fronte all’invecchiamento, sceglie di ascoltare prima di curare, mettendo la tecnologia al servizio della comunità e facendo della relazione la prima forma di salute. Per i farmacisti, questo modello rappresenta un’indicazione chiara: investire nella prevenzione e nell’integrazione tecnologica significa posizionarsi al centro della sanità del futuro, quella più vicina ai bisogni reali delle persone.

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