Antibiotico-resistenza: l’Italia ancora lontana dagli obiettivi 2030
Ogni giorno un paziente ricoverato su 14 nell’Unione Europea contrae un’infezione correlata all’assistenza sanitaria, e un microrganismo su tre risulta ormai resistente agli antibiotici più importanti.
Sono questi i dati allarmanti diffusi oggi dall’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) che evidenziano come, in assenza di interventi più rapidi ed efficaci, sarà improbabile raggiungere gli obiettivi europei fissati per il 2030.
Nel 2024 l’Italia ha registrato 22,3 dosi giornaliere per mille abitanti, un consumo superiore del 10% rispetto alla media europea (20,3 dosi), seppur in miglioramento rispetto al +16% del 2023. L’obiettivo da centrare entro il 2030 è di 17,8 dosi, ancora molto distante.
Permane inoltre un uso eccessivo di antibiotici ad ampio spettro rispetto a quelli a spettro ristretto: il rapporto italiano è di 9,3 contro una media europea di 4,6, senza miglioramenti significativi nell’ultimo anno.
Particolare attenzione meritano gli antibiotici “Reserve” – quelli di ultima linea – il cui utilizzo ospedaliero in Italia si attesta al 6%, superiore alla media UE del 5,4%, sebbene in lieve calo negli ultimi tre anni.
Il Sud e le Isole confermano i consumi più elevati (19,2 dosi/1000 abitanti) rispetto al Centro (18,4) e al Nord (14,6), con una prevalenza d’uso del 43,6% contro il 30,6% del Nord.
Tuttavia, nel 2024 queste regioni hanno registrato una riduzione significativa del 5,1%, un segnale incoraggiante che necessita consolidamento.
L’Italia risulta lontana dal target del 65% per gli antibiotici “Access” (prima scelta per infezioni comuni), fermandosi al 51,3% contro una media europea del 60,3%.
Peggiora l’incidenza di infezioni da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi (9,29 per 100mila abitanti, +10,2% rispetto al 2019), con un obiettivo 2030 di 8,01.
Note positive arrivano dall’MRSA, dove l’Italia ha raggiunto in anticipo il target 2030, e dall’E. coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, in miglioramento ma ancora sopra l’obiettivo.
“L’antibiotico-resistenza è una pandemia silente che costa al SSN 2,4 miliardi l’anno”, sottolinea il Presidente AIFA Robert Nisticò, richiamando l’importanza dell’approccio One-Health e della ricerca indipendente.
Dal 2025, nove antibiotici “Reserve” sono stati inseriti nel Fondo per i farmaci innovativi con uno stanziamento di 100 milioni di euro.
A luglio è stato autorizzato il primo nuovo antibiotico: l’associazione cefepime/enmetazobactam per infezioni complicate del tratto urinario e polmoniti ospedaliere.
L’Agenzia ha inoltre stanziato 20 milioni di euro per un bando dedicato alla ricerca indipendente sull’antimicrobico-resistenza, i cui termini scadono proprio oggi, 18 novembre.
In questo scenario, il farmacista territoriale assume un ruolo cruciale nella promozione dell’uso appropriato degli antibiotici, nell’educazione dei pazienti e nel contrasto all’autoprescrizione.
La collaborazione tra AIFA, clinici, Regioni e territorio – inclusa la farmacia – sarà determinante per invertire la rotta e proteggere l’efficacia di questi farmaci salvavita.