Farmaci, arriva il Testo Unico: una riforma per semplificare 700 norme

Settecento norme sparse in quasi cento provvedimenti diversi. Una giungla normativa che ha reso il settore farmaceutico italiano complesso e frammentato.
Per mettere ordine in questo labirinto legislativo, il governo ha presentato ieri mattina al Ministero della Salute lo schema di Disegno di Legge delega per il Testo Unico sulla legislazione farmaceutica.
È finita l’era dei provvedimenti spot“, ha annunciato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato durante la conferenza stampa, alla presenza del ministro Orazio Schillaci e del capo di Gabinetto Marco Mattei.
L’obiettivo dichiarato è ambizioso: restituire al Paese programmazione, stabilità e soprattutto semplificazione, garantendo ai cittadini un accesso più equo e tempestivo ai farmaci.

Il percorso della riforma è iniziato lo scorso maggio con un primo confronto istituzionale, per poi coinvolgere a luglio gli stakeholder del settore. Il 18 settembre il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera allo schema di legge, che ora dovrà affrontare l’iter parlamentare.
Se tutto procederà secondo i tempi previsti, il testo definitivo dovrebbe essere pubblicato entro dicembre 2026, dopo l’approvazione dei decreti attuativi e il coinvolgimento delle Regioni.
La riforma non è un’operazione solitaria del Ministero della Salute. Al tavolo siedono infatti diversi dicasteri: oltre alla Salute, il MEF, il MIMIT, il MASE, il Ministero della Giustizia e quello per le riforme istituzionali.

A supportare tecnicamente il processo sarà una Commissione di studio indipendente composta da giuristi ed esperti in sanità pubblica ed economia.
Per garantire trasparenza, il Ministero ha creato una pagina web dedicata al progetto, disponibile anche in inglese, dove chiunque può consultare il disegno di legge e inviare osservazioni attraverso un indirizzo email dedicato.
Un’apertura agli stakeholder nazionali e internazionali che testimonia la volontà di rendere il processo il più partecipato possibile.

“È un percorso condiviso che pone il cittadino al centro”, ha concluso Gemmato, sottolineando come la riforma punti a coniugare salute pubblica, sostenibilità economica e innovazione per rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale e la competitività del settore”.

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