Carcinoma dell’endometrio. Aifa approva dostarlimab in combinazione con la chemioterapia
L’Agenzia italiana del farmaco ha recentemente esteso l’indicazione terapeutica dell’immunoterapia a base di dostarlimab in combinazione con la chemioterapia per le pazienti con carcinoma dell’endometrio primario avanzato o ricorrente, con deficit del sistema di mismatch repair (dMmr) e elevata instabilità dei microsatelliti (Msi-h).
Il via libera dell’autorità regolatoria si basa sui risultati dello studio Ruby, che ha evidenziato una riduzione del 72% del rischio di progressione e del 68% di quello di morte nelle pazienti trattate con la combinazione di immunoterapia e chemioterapia rispetto alla sola chemioterapia.
Dostarlimab è un anticorpo monoclonale umanizzato che agisce inibendo il recettore PD-1, una proteina coinvolta nel blocco della risposta immunitaria del corpo ai tumori, e stimolando il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali.
Il tumore dell’endometrio interessa il corpo dell’utero ed è estremamente frequente, con un trend in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. Si tratta infatti di una neoplasia del post menopausa, con una diagnosi intorno ai 60 anni.
Per il tumore dell’endometrio purtroppo non esiste uno screening come il Pap test per quello del collo dell’utero. La diagnosi è abbastanza semplice, perché è prevalentemente legata a un sintomo precoce: il sanguinamento anomalo in pre e postmenopausa, che va sempre approfondito con esami specifici.
Tra i fattori di rischio, oltre all’età, è ormai accertato un aumento in caso di obesità e diabete, ma anche l’eccessiva esposizione agli estrogeni come avviene a fronte di un inizio precoce del ciclo mestruale (menarca precoce), di menopausa tardiva o assenza di gravidanze.
Altri fattori sono la familiarità e l’ereditarietà: in quest’ultimo caso la sindrome di Lynch è una condizione ereditaria che aumenta il rischio di sviluppare sia un tumore dell’endometrio sia del colon, in età giovanile.