Rapporto Aifa. In aumento consumi e uso improprio di antibiotici

Consumi di antibiotici in aumento, con picchi anche del 40% nei mesi invernali che fanno presumere un loro uso improprio contro virus influenzali e para-influenzali, rispetto ai quali sono inefficaci.

Quasi la metà della popolazione geriatrica che ne fa uso almeno una volta l’anno con punte di oltre il 60% al Sud. Impennata di prescrizioni in età pediatrica. Consumi in aumento anche in ambito ospedaliero, dove più che altrove circolano i batteri resistenti alle terapie antimicrobiche.

Record europeo di consumi degli antiacidi dello stomaco che alterando la flora batterica intestinale possono favorire la selezione di germi resistenti. E così il “Drug Resistence Index” (DRI), che combina in un’unica misura il consumo di antibiotici e la resistenza ai farmaci, aumenta nella maggior parte delle Regioni per alcuni importanti microorganismi come Escherichia coli, Streptococcus pneumoniae ed Enterococcus faecium, minacciando di mietere ancora più vittime rispetto ai 12mila decessi stimati in Italia dall’ECDC, il Centro europeo per il controllo delle malattie.

È quanto emerge dal Rapporto Aifa sul consumo degli antibiotici nel 2023 che mostra come ci sia ancora molto da fare per combattere la pandemia silente dei batteri sempre più resistenti alle terapie farmacologiche.

“L’antibiotico-resistenza è una pandemia silente, che secondo le ultime stime dell’ECDC non solo provoca 12mila morti l’anno nel nostro Paese, ma genera anche danni economici, che solo sul nostro SSN, secondo le stime della stessa Agenzia europea, impatta per 2,4 miliardi di costo annuo, con 2,7 milioni di posti letto occupati a causa di queste infezioni”, afferma il Presidente di Aifa, Robert Nisticò.

“Per questo dinanzi a questa emergenza – prosegue – è necessario un approccio globale, che da un lato promuova un uso consapevole degli antibiotici, anche in ambito veterinario e che dall’altro rafforzi l’azione di prevenzione soprattutto in ambito ospedaliero, dove i batteri resistenti agli antibiotici sono ampiamente più diffusi”.

“Questo – conclude Nisticò – senza trascurare, attraverso incentivi e semplificazioni sul piano regolatorio, la ricerca di nuovi farmaci antimicrobici capaci di aggirare le attuali resistenze”.

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