Antibiotici, paracetamolo e antinfiammatori: i consigli degli esperti per l’influenza
Nonostante il picco stagionale sia stato superato, l’influenza continua a colpire con un’incidenza elevata, soprattutto tra i bambini. In questo scenario, il rischio di ricorrere a cure fai da te è alto, ma l’uso inappropriato di farmaci può avere conseguenze negative.
La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) ha fornito alcune indicazioni per un utilizzo corretto di paracetamolo, antinfiammatori e antibiotici.
Un’influenza più aggressiva del solito
L’influenza 2024-2025 è stata percepita come più aggressiva rispetto agli anni precedenti. Tra i fattori che possono aver contribuito vi sono la circolazione di una variante più contagiosa, una minore immunità post-Covid e la co-infezione con altri virus respiratori.
I sintomi più comuni includono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari, tosse secca e persistente. Tuttavia, non sempre è necessario ricorrere ai farmaci per abbassare la febbre, che rappresenta una risposta naturale dell’organismo contro il virus.
Paracetamolo e antinfiammatori: quando usarli?
Secondo Alessandro Rossi, Presidente SIMG, “gli antinfiammatori interrompono la risposta naturale dell’organismo ai patogeni e possono comportare rischi come il prolungamento della malattia, complicanze come polmoniti, disturbi gastrointestinali e, negli anziani, problemi renali e cardiovascolari.” Pertanto, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere utilizzati solo in presenza di una chiara natura infiammatoria dei sintomi e sempre con il parere del medico.
Il paracetamolo, invece, è il farmaco più sicuro per ridurre la febbre e alleviare i dolori muscolari e il mal di testa associati all’influenza. Non interviene sull’infiammazione ma ha un’azione analgesica e antipiretica, risultando adatto anche per bambini, anziani e donne in gravidanza.
Antibiotici: solo quando necessari
Uno degli errori più comuni è l’uso improprio degli antibiotici. “Gli antibiotici non devono essere presi in caso di infezione virale – sottolinea Rossi – ma solo in presenza di infezioni batteriche diagnosticate dal medico e per il tempo indicato.”
L’abuso di antibiotici può favorire l’antibiotico-resistenza, un fenomeno sempre più preoccupante a livello globale.
Il ruolo chiave del medico di famiglia
Il medico di medicina generale rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la gestione dell’influenza.
“Il coinvolgimento del medico è essenziale se i sintomi persistono oltre 3-4 giorni, se la febbre è resistente ai farmaci o se compaiono sintomi gravi come dispnea, dolore al petto o confusione mentale negli anziani,” spiega Rossi.
Una semplice consultazione telefonica può rassicurare il paziente e permettere una gestione più efficace della malattia.Affidarsi al medico di famiglia è quindi la scelta migliore per evitare errori nell’uso dei farmaci e affrontare l’influenza in modo sicuro ed efficace.