Gli italiani ogni anno consumano quasi 17 milioni di compresse per la disfunzione erettile

I farmaci per la disfunzione erettile si confermano tra quelli maggiormente acquistati dagli italiani nell’ultimo anno: nel 2023 la spessa annuale – secondo l’ultimo rapporto Osmed dell’Aifa – è stata di 250 milioni di euro, pari a 10,38 euro pro capite e in aumento del 3,9% rispetto al 2022. Ma negli ultimi 8 anni il consumo di questa categoria di farmaci evidenzia una costante crescita, con un incremento del 56% tra il 2016 e il 2023.

“Gli italiani ogni anno consumano quasi 17 milioni di compresse per la disfunzione erettile, per la precisione 16 milioni e 600mila. Non solo la vecchia e nota ‘pillola blu‘, ma anche e soprattutto le sue ‘sorelle’, ovvero tutte le variazioni che ci sono state in questi ultimi 30 anni. Ma guai a fare ricorso a questi farmaci o, peggio ancora, sottoporsi all’impianto di una protesi peniena per uso voluttuario”.

È quanto ha dichiarato all’Adnkronos Salute il presidente della Società italiana di andrologia (Sia), Alessandro Palmieri, dopo il caso dell’ex falconiere della Lazio Jan Bernabé che ha riacceso i riflettori sulla gestione della disfunzione erettile.

“Ho letto che Bernabé faceva uso quotidiano di Cialis ‘per aumentare la potenza sessuale’. Si tratta di un approccio vecchio e sbagliato – spiega Palmieri -. I farmaci per la disfunzione erettile non devono essere assunti prima di avere un rapporto sessuale, ma per curare una malattia. Come si fa per l’ipertensione o il diabete, va seguita una regolare terapia con dosaggi bassi. Così come è sbagliato scegliere per fini voluttuari di sottoporsi all’intervento per l’impianto di protesi peniena che, va detto, è indicato solo per chi ha problemi seri, reali, come in alcuni casi di tumore della prostata”.

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