Tumore al polmone. Osimertinib riduce dell’84% il rischio di morte

Secondo i risultati del nuovo studio LAURA presentato durante il congresso dell’American Society of clinical oncology (Asco), la terapia mirata con la molecola osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84% nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc), la forma più diffusa di stadio III non operabile e con mutazione del gene Egfr.

Osimertinib è il primo e unico inibitore di Egfr e terapia mirata che mostra un beneficio nel setting di stadio III non resecabile, prolungando la sopravvivenza libera da progressione di più di tre anni.

“Gli straordinari risultati di sopravvivenza libera da progressione di malattia dello studio di Fase III Laura rappresentano un importante passo avanti per pazienti per i quali non sono disponibili trattamenti mirati”, afferma Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano e presidente di Aiot (Associazione Italiana di Oncologia Toracica).

“Osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84%, un risultato senza precedenti. Sulla base di questi dati – conclude Marinis – questa terapia mirata dovrebbe diventare il nuovo standard di cura per questi pazienti”.

Nel mondo si contano circa 600 mila nuove diagnosi di carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazioni EGFRm. In Italia, invece, nel 2023 sono stati stimati circa 44 mila pazienti con tumore al polmone, di cui l’85% con NSCLC, tra i quali il 10-20% con mutazioni EGFRm.

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