Ipertensione e demenza vascolare. Da uno studio italiano nuove prospettive di cura

Apre la strada a un possibile intervento terapeutico capace di contrastare le alterazioni cerebrali che, nel corso del tempo, possono portare alla demenza, la ricerca condotta dal Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) che, utilizzando le tecniche avanzate di risonanza magnetica, evidenzia anche la possibilità di diagnosticare precocemente i danni che l’ipertensione può causare al cervello di un paziente, molto prima della comparsa di segni clinici.

Lo studio è partito dalle osservazioni su alcuni pazienti ipertesi, nei quali il gruppo di ricercatori Neuromed ha usato tecniche avanzate di diagnostica per immagini come l’imaging a Tensore di diffusione (DTI), indagini che hanno portato all’individuazione di alterazioni microscopiche alle strutture cerebrali.

Questi risultati hanno rappresentato la base di partenza per una serie di ricerche su animali di laboratorio, individuando anche in questo caso danni cerebrali specifici, tra cui cambiamenti strutturali, microstrutturali ed emodinamici.

Tra le scoperte più significative, lo studio ha evidenziato danni microstrutturali nella materia bianca (costituita dalle fibre che interconnettono i neuroni) e una riduzione del flusso sanguigno cerebrale correlati ad una diffusa rarefazione dei capillari cerebrali.

Ma lo studio è andato più in profondità, rivelando il ruolo patogenico di un meccanismo neuroinfiammatorio mediato dai linfociti T CD8+ che producono interferone-γ. Questa ulteriore scoperta apre la strada a nuove prospettive terapeutiche capaci di rallentare il processo di deterioramento cognitivo.

CORRELATI