Rapporto Osmed: l’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia

È stato presentato, presso la Sala delle Colonne del Centro Congressi Angelicum di Roma, il primo Rapporto “L’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) con il coordinamento dell’Agenzia Italiana del Farmaco e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il Rapporto descrive le caratteristiche della prescrizione farmaceutica nella popolazione ultrasessantacinquenne, approfondendo nel dettaglio alcuni aspetti relativi a tre setting assistenziali: domicilio (prescrizione territoriale), ospedale e Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).

La pubblicazione, inoltre, analizza l’uso concomitante di farmaci nei pazienti in trattamento per alcune patologie (diabete, demenza, BPCO, parkinsonismo); valuta nuovi indicatori di qualità e appropriatezza prescrittiva, con particolare riferimento alla politerapia, alle interazioni farmacologiche e all’uso di farmaci potenzialmente inappropriati; analizza l’uso dei farmaci nelle fasce di età più avanzate (pazienti ultranovantenni); descrive alcune esperienze nazionali di deprescrizione farmacologica (deprescribing); analizza l’impatto della pandemia da COVID-19 sull’uso dei medicinali nella popolazione anziana nel 2020 (a confronto con il 2019).

Nel corso del 2019- si legge nel Rapporto – la quasi totalità della popolazione ultrasessantacinquenne ha ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica (98%), con lievi differenze tra aree geografiche, con consumi giornalieri pari a tre dosi per ciascun cittadino e una spesa pro capite annua di circa 660 euro.

Sia a livello nazionale che regionale gli uomini mostrano un consumo superiore a quello delle donne, in tutte le classi di età. Per quasi tutte le categorie terapeutiche il consumo dei farmaci aumenta con l’età fino agli 84 anni, per poi diminuire nelle classi successive.

Nel 2019 i farmaci del sistema cardiovascolare, in particolare gli antipertensivi, sono stati tra quelli a maggiore prescrizione, mentre metà della popolazione ha ricevuto farmaci antibiotici o gastroprotettori.

“Tra i principali risultati emersi – ha affermato Nicola Magrini, Direttore Generale dell’AIFA – riscontriamo un sovrautilizzo della vitamina D non sostenuto da evidenze, l’uso inappropriato di antibiotici e di alcuni antiaritmici nel grande anziano, alcune possibili interazioni tra farmaci della coagulazione usati spesso in associazione, come FANS, anticoagulanti e antiaggreganti”.

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