Conasfa: puntare un faro anche sui farmacisti collaboratori
Conasfa, l’associazione che rappresenta i farmacisti collaboratori, intende tutelare la salute dei suoi rappresentati e sollevare la questione sicurezza alle più alte cariche istituzionali e di rappresentanza della categoria.
Segnala di seguito, pertanto, attraverso un comunicato diffuso agli organi d’informazione, 4 punti fondamentali sui quali sarebbe opportuno focalizzare l’attenzione.
1) il farmacista, perché operatore sanitario, rientra nella normativa degli stessi ossia in caso di contatto stretto con casi di Covid-19 non è prevista la quarantena con sorveglianza attiva in assenza di sintomatologia.
2) nonostante le sollecitazioni delle Rappresentanze Sindacali, di Fofi e Federfarma non dispongono ancora di DPI e spesso le normative di sicurezza indicate nel DPCM dell’8 marzo 2020 non sono rispettate, soprattutto nelle piccole farmacie.
3) Invitiamo, come rappresentati dei farmacisti collaboratori, tutte le farmacie e parafarmacie ad adottare tutte le misure necessarie e possibili per il contenimento dell’epidemia di Coronavirus. Il non rispettare le direttive del governo non è un buon esempio per la collettività.
4) Continuiamo a leggere in tutti i comunicati dei rappresentanti di categoria la frase” i farmacisti e i loro collaboratori “che non riusciamo bene a interpretare. Chiediamo a Fofi e ai presidenti di Ordine che la continuano ad usare di chiarire questo concetto.
Pertanto, chiediamo che ai fini di garantire il servizio su tutto il territorio nazionale, i farmacisti siano forniti quanto prima di tutti i dispositivi di sicurezza e che in tutte le farmacie siano garantite le modalità di lavoro ottimali perchè il Farmacista non può e non vuole “restare a casa” ma chiede di svolgere il suo ruolo sanitario nella tutela propria e della salute dei cittadini.