Covid-19. Nuovi antivirali estremamente utili ma scarsamente utilizzati

Malgrado i farmaci antivirali rappresentino un’opzione terapeutica preziosa per combattere l’infezione da covid-19, ridurre le visite in pronto soccorso e le ospedalizzazioni, le prescrizioni sono ancora decisamente basse. È quanto si è detto durante l’Italian Conference on Aids and Antiviral Research (ICAR) 2022.

I farmaci antivirali oltre a prevenire le visite in pronto soccorso, diminuire il numero di ricoveri e di decessi, hanno lo scopo di ridurre la durata della malattia, quindi la degenza ospedaliera, e la contagiosità del paziente, diminuendo la possibilità che possa trasmettere l’infezione ad altre persone.

“In merito alla situazione prescrittiva degli antivirali, la critica maggiore al nostro paese è che siamo arrivati a far prescrivere questi farmaci alla medicina del territorio senza che fosse stata adeguatamente educata sulla loro corretta gestione, con il risultato che l’utilizzo è molto limitato e con addirittura un trend in calo”, ha dichiarato il prof. Matteo Bassetti, Direttore della Clinica di malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

“Abbiamo messo a disposizione l’antivirale a medici che l’hanno somministrato a tutti i pazienti che avevano un tampone positivo, indipendentemente dal livello di saturazione dell’ossigeno”, ha aggiunto.

“Il dato più significativo è che abbiamo ottenuto una mediana di inizio della terapia di 2,3 giorni dall’esordio dei sintomi, importante perché quanto prima si inizia il trattamento tanto migliori sono gli esiti dei pazienti. Solo il 4% dei soggetti trattati ha avuto bisogno del ricovero in ospedale oppure dell’ossigeno e nessuno è deceduto effettivamente per Covid e non “con Covid” ha concluso Bassetti.

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